MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera A

Armonia, Arpie.

Armonia: figlia di Ares e di Afrodite. Zeus la diede in moglie a Cadmo, e il matrimonio si svolse sulla Cadmea (la cittadella di Tebe); altri dicono che Atena diede Armonia in isposa a Cadmo quando questi si recò a Samotracia. Queste furono le prime nozze di mortali cui assistettero gli olimpi. Dodici troni d'oro vennero installati nella casa di Cadmo, che sorgeva sull'attuale piazza del mercato a Tebe; e tutti gli dèi portarono doni. Afrodite regalò ad Armonia la famosa collana d'oro opera di Efesto (in origine pegno d'amore donato da Zeus alla sorella di Cadmo, Europa), che conferiva irresistibile fascino a chi la portava. Atena le donò una veste aurea (tessuta dalle Cariti), che parimenti conferiva una divina dignità a chi la indossava, e una serie di flauti. Si diceva anche che questa collana e questa veste furono date ad Armonia dallo stesso Cadmo, il quale le riceveva indirettamente dalla sorella Europa. Secondo Igino, Armonia ebbe in dono da Atena ed Efesto questa veste impregnata con un filtro che avrebbe avvelenato i suoi discendenti, e questo a causa dell'odio portato da Efesto e Atena verso Armonia, nata dagli amori di Ares ed Afrodite.
Secondo un'altra leggenda, Armonia è considerata figlia di Zeus e d'Elettra. Cadmo l'avrebbe incontrata durante il suo passaggio nell'isola di Samotracia, alla ricerca della sorella Europa, rapita da Zeus. E proprio a Samotracia sarebbero state celebrate le nozze d' Armonia e di Cadmo. Dal matrimonio nacquero quattro figlie, Autonoe, Ino, Semele e Agave, e un figlio, Polidoro.
Giunti a tarda età, per placare Ares che non gli aveva perdonato l'uccisione del serpente posto a custodia della "Sorgente di Ares", Cadmo cedette il trono di Tebe a suo nipote Penteo, nato da sua figlia Agave e da Echione, uno degli Sparti. Cadmo e Armonia andarono in Illiria, presso gli Encelei i quali, essendo stati attaccati dagli Illiri, elessero Cadmo loro capo, seguendo il consiglio di Dioniso. Gli Encelei furono vittoriosi e Cadmo regnò allora sugli Illiri, ed ebbe un figlio, Illirio.
In seguito, ormai vecchissimi, egli ed Armonia furono trasformati in serpenti e inviati da Zeus alle Isole dei Beati. Ma altri dicono che Ares li tramutò in leoni. I loro corpi furono sepolti in Illiria, dove Cadmo aveva fondato la città di Butoe. A lui successe Illirio, il figlio che aveva avuto in tarda età.

Arpie: Esiodo le considera figlie di Taumante e della ninfa oceanica Elettra, quindi sorelle della dea Iride. Sono rappresentate come mostruose donne provviste d'ali oppure come uccelli dalla testa femminile. Hanno artigli aguzzi. Si diceva che abitassero le isole Strofadi, nel Mar Egeo. Più tardi, Virgilio le pone nell'anticamera degli Inferi, con gli altri mostri.
Esistono due diverse tradizioni che le riguardano. Nella prima, l'omerica, erano simili ai venti di tempesta come indicano i loro nomi Aello ("urlo"), Ocipe ("volo veloce"), Celeno ("oscurità") e Podarge ("piè veloce"). Podarge si unì al dio del vento Zefiro, e generò i cavalli immortali Xanto e Balio che passarono poi ad Achille. Si considerava anche madre dei cavalli di Diomede (o dei Dioscuri), Flogeo e Arpago.
Le Arpie avevano una parte nella leggenda di Pandareo. Mentre Afrodite si era ritirata con Zeus sull'Olimpo, per chiedergli di trovare alle figlie di Pandareo mariti adatti, le Arpie rapirono le fanciulle, le nascosero e più tardi le affidarono alle Erinni che le fecero soffrire in punizione dei peccati del loro padre. Ma la leggenda in cui svolgono la funzione più importante è quella che riguarda la piaga di Fineo, il re tracio che diede ospitalità agli Argonauti durante il loro viaggio verso la Colchide. Svolazzando nella sala dove banchettava Fineo, le Arpie si impossessarono del suo cibo e insudiciarono il suo tavolo con i loro escrementi. Fineo fece un accordo con gli Argonauti consentendo di profetizzare il loro futuro se l'avessero liberato da quel flagello. Calaide e Zete, gli alati figli di Borea, si levarono con la spada in mano e inseguirono le Arpie fino alle isole Strofadi nel Mar Egeo dove Iride intervenne e promise che le Arpie sarebbero ritornate alla loro caverna sul monte Ditte a Creta e mai più avrebbero molestato Fineo.
Secondo un'altra tradizione inseguitori e inseguiti non fecero mai ritorno e morirono di fame e il fiume Arpide (il Tigri), nel Peloponneso, ebbe questo nome perché una di loro cercando di fuggire da Calaide e Zete annegò nelle sue profondità.
Enea incontrò l'arpia Celeno alle Strofadi dove gli predisse che i suoi Troiani avrebbero raggiunto la nuova terra soltanto quando la fame li avrebbe spinti a mangiare persino le mense. Insieme alle sue compagne si impossessò del cibo dei Troiani e poiché le loro piume di acciaio erano più dure delle spade, fu impossibile scacciarle.