MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera C

Cadmo.

CADMO: figlio del re fenicio Agenore di Sidone e di Telefassa. I suoi fratelli erano: Cilice, Fenice, Taso e Fineo; la sorella Europa fu rapita da Zeus in forma di toro.
Agenore mandò i suoi figli in cerca della sorella Europa, con l'ordine severissimo di non tornare senza di lei. Subito essi alzarono le vele, manon sapendo dove si fosse diretto il toro, salparono in tre diverse direzioni. Fenice andò a occidente, verso la Libia, fino al luogo dove sorge ora Cartagine; e colà diede il suo nome ai Punici; ma dopo la morte di Agenore ritornò a Canaan, che da allora fu chiamata Fenicia in suo onore, e divenne padre di Adone e di Alfesibea. Cilice si recò nella terra degli Ipachiani, che da lui prese il nome di Cilicia; e Fineo si recò nella penisola di Tinia, che separa il Mar di Marmara dal Mar Nero, dove più tardi fu tormentato dalle Arpie. Taso e i suoi compagni, diretti prima a Olimpia, dedicarono colà una statua di bronzo a Eracle tirio; poi colonizzarono l'isola di Taso e sfruttarono le sue ricche miniere d'oro. Tutto ciò accadde cinque generazioni prima che nascesse in Grecia Eracle, figlio di Anfitrione.
Cadmo salpò con la madre Telefassa per Rodi dove dedicò un bacile di bronzo ad Atena di Lindo e costruì il tempio di Poseidone, istituendo una carica ereditaria per il grande sacerdote che presiedeva al suo culto. Poi toccò Tera, dove costruì un tempio simile al primo, e infine raggiunse la terra degli Edoni traci, che lo accolsero ospitalmente. Colà Telefassa morì all'improvviso e, dopo le sue esequie, Cadmo e i suoi compagni proseguirono a piedi per consultare l'oracolo delfico. Quando Cadmo chiese dove potesse trovare Europa, la pitonessa lo consigliò di rinunciare alla ricerca e, invece, di seguire una vacca e fondare una città nel punto dove l'animale si fosse accasciato, vinto dalla stanchezza.
Lasciata la strada che conduce da Delfi a Focide, Cadmo si imbattè in certi mandriani al servizio di re Pelagone, che gli vendettero una vacca la quale recava su ambo i fianchi il bianco segno della luna piena. Cadmo spinse dinanzi a sé la bestia senza mai concedere riposo finché essa si accasciò al suolo nel punto dove ora sorge la città di Tebe e colà egli eresse un simulacro di Atena che chiamava col nome fenicio di Onga.
Cadmo, avvertiti i compagni che bisognava sacrificare la vacca ad Atena, li incaricò di attingere acqua lustrale alla fonte di Ares, ora detta Fonte Castalia; ma non sapeva che la fonte era custodita da un drago, figlio di Ares. Il drago morsicò quasi tutti gli uomini di Cadmo, che si vendicò schiacciandogli il capo con una pietra. Non appena ebbe sacrificato ad Atena, ecco apparirgli la dea che, lodandolo per ciò che aveva fatto, gli ordinò di impadronirsi dei denti del drago e di seminarne la metà (la dea ne conservò l'altra metà affinché Eete, re della Colchide, li potesse dare a Giasone). Cadmo le obbedì e subito balzarono dal suolo uomini armati chiamati Sparti (cioè "gli Uomini Seminati"). Cadmo gettò pietre tra loro ed essi cominciarono ad azzuffarsi, accusandosi l'un l'altro di aver scagliato quei sassi, e combatterono con tanto accanimento che infine soltanto cinque sopravvissero: Echione (che sposò Agave, una delle figlie di Cadmo), Udeo, Ctonio, Iperenore e Peloro. Essi concordemente offrirono a Cadmo i loro servigi. Ma Ares chiese vendetta per l'uccisione del drago e Cadmo per sentenza divina dovette divenire suo schiavo per un Grande Anno (otto anni).
Quando Cadmo ebbe servito Ares per otto anni come schiavo, a espiazione del drago castalio, Atena gli affidò la regione della Beozia. Con l'aiuto degli Sparti, egli edificò l'acropoli di Tebe, la chiamò Cadmeia dal proprio nome e dopo essere stato iniziato ai misteri che Giasone aveva appreso da Zeus, sposò Armonia, figlia di Afrodite e di Ares; ma altri dicono che Atena gli diede Armonia in sposa quando egli si recò a Samotracia.
Queste furono le prime nozze di mortali cui assistettero gli olimpi. Dodici troni d'oro vennero installati nella casa di Cadmo, che sorgeva sull'attuale piazza del mercato a Tebe; e tutti gli dèi portarono doni. Afrodite regalò ad Armonia la famosa collana d'oro fabbricata da Efesto (in origine pegno d'amore donato da Zeus alla sorella di Cadmo, Europa), che conferiva irresistibile fascino a chi la portava. Atena le donò una veste meravigliosa, tessuta dalle Cariti, che parimenti conferiva una divina dignità a chi la indossava. Ermete offrì a Cadmo una lira e Demetra gli portò in dono il frumento. Il dono di Cadmo ad Armonia fu un'altra splendida veste, ed Elettra, madre di Giasone, la iniziò ai riti della Grande Dea.
Cadmo e Armonia furono dei buoni sovrani per Tebe (così infatti Cadmeia fu in seguito Chiamata). Si dice che abbia insegnato ai Beoti a scrivere con l'alfabeto fenicio dal quale deriva l'alfabeto greco. Con Armonia, Cadmo ebbe parecchi figli: alcune femmine, Autonoe, Ino (che prese il nome di Leucotea, dopo la sua deificazione) Agave e Semele, e un maschio, Polidoro. I suoi figli non ebbero una vita felice, eccezion fatta per Polidoro. Semele divenne la madre di Dioniso ma morì per aver chiesto di vedere Zeus in tutta la sua gloria. Autonoe, che sposò Aristeo, perse il figlio Atteone incorso nella collera di Artemide. Agave si sposò con Echione, luomo drago; Penteo, loro figlio, fu fatto a pezzi dalle Menadi poiché sulla montagna aveva spiato le loro orge bacchiche. Tra le Menadi troviamo la stessa Agave; infatti, lei e le sorelle, nella loro follia, lo avevano scambiato per un giovane leone. Un'altra delle figlie di Cadmo, Ino, e suo marito Atamante, si scontrarono con la dea Era, che allevava il giovane Dioniso. Furono colti da follia: Atamante uccise due dei suoi tre figli e Ino si gettò in mare con il terzo.
Giunto a tarda età, per placare Ares che non gli aveva ancora perdonato l'uccisione del drago, Cadmo cedette il trono di Tebe a suo nipote Penteo, nato da sua figlia Agave e da Echione, uno degli Sparti; poi continuò a vivere in città come cittadino privato. Ma quando Penteo fu messo a morte da sua madre, Dioniso predisse che Cadmo e Armonia, guidando un cocchio trainato da giovenche, avrebbero imperato su orde barbariche. Codesti barbari, continuò il dio, avrebbero saccheggiato molte città greche finché, profanato un tempio di Apollo, sarebbero incorsi nella giusta punizione. Ma Eres avrebbe soccorso Cadmo e Armonia mutandoli in serpenti ed essi sarebbero vissuti eternamente felici nelle isole dei Beati.
Cadmo e Armonia emigrarono dunque nella terra degli Enchelei i quali, essendo stati attaccati dagli Illiri, elessero Cadmo loro capo, seguendo il consiglio di Dioniso. Agave aveva frattando sposato Licoterse, re dell'Illiria, presso il quale si era rifugiata dopo aver ucciso Penteo; ma, saputo che i suoi genitori guidavano l'esercito degli Enchelei, uccise anche Licoterse e diede il suo regno a Cadmo.
Quando la profezia si fu completamente avverata, Cadmo e Armonia, ormai vecchissimi, si trasformarono in neri serpenti maculati di azzurro e furono inviati da Zeus alle isole dei Beati. Ma altri dicono che Ares li tramutò in leoni. I loro corpi furono sepolti in Illiria, dove Cadmo aveva fondato la città di Butoe. A lui successe Illirio, il figlio che aveva avuto in tarda età.