MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera E

Elle, Elleno, Empuse, Endimione.

ELLE: figlia d'Atamante e di Nefele, e sorella di Frisso e Leucone. Con Frisso, fuggì su un aureo ariete alato che doveva salvarli dalla morte e dall'odio della loro matrigna, Ino. Ma, mentre Frisso giunse sano e salvo in Colchide alla corte del re Eete, Elle, colta da vertigini, cadde in mare, nello stretto chiamato Ellespondo ("il Mare d'Elle", oggi Mare di Marmara) in suo onore.
Un'altra leggenda racconta che Elle non annegò, ma fu salvata da Poseidone, il quale la amò e la rese madre di tre figli,Peone, Edono e Almopo. Altri ancora dicono che Frisso ed Elle erano figli di Nefele e di Issione. Un giorno, mentre vagavano in un bosco, la loro madre li assalì in preda alla frenesia bacchica, guidando un ariete d'oro per le corna. Disse che l'animale era figlio della loro cugina Teofane. Questa aveva tanti pretendenti, e Poseidone mutò lei in pecora e se stesso in ariete, e la coprì sull'isola di Crumissia. La piccola Elle chiese alla madre che cosa accadde ai pretendenti, e la madre le rispose che divennero lupi e ululavano per Teofane tutta la notte. Poi ordinò di salire tutti e due sull'ariete, di galoppare verso il regno della Colchide, dove regnava Eete, figlio di Elio, e di sacrificate l'animale ad Ares, non appena arrivati. Frisso seguì le strane istruzioni della madre e appese poi il vello d'oro nel tempio di Ares in Colchide, dove fu custodito da un drago.

ELLENO: figlio maggiore di Deucalione e di Pirra. Diede il suo nome agli Elleni, originariamente ristretto a una piccola parte dei Tessali, ma più tardi applicato a tutti i Greci. Sposò la ninfa Orseide e si stabilì a Ftia in Tessaglia, dove il suo figlio maggiore, Eolo, gli succedette.
Il più giovane dei figli di Elleno, Doro, emigrò sul monte Parnaso dove fondò la prima comunità di Dori. Il secondo figlio, Suto, si era già rifugiato ad Atene perché accusato di furto dai suoi fratelli, e colà sposò Creusa, figlia di Eretteo, che gli generò Ione e Acheo. E così i più famosi popoli ellenici, e cioè gli Ioni, gli Eoli, gli Achei e i Dori, discendevano tutti da Elleno. Ma Suto non ebbe fortuna ad Atene; quando fu proclamato arbitro della successione al trono dopo la morte di Eretteo, egli dichiarò che il suo cognato più anziano, Cecrope Secondo, era il legittimo erede. La decisione non fu approvata dal popolo e Suto, condannato all'esilio, morì a Egialo, ora Acaia.

EMPUSE: erano figlie di Ecate, demonesse impudiche, avevano natiche d'asino e portavano sandali di bronzo. Si divertivano a terrorizzare i viandanti e avevano la facoltà di mutarsi in vacche, in cagne o in belle fanciulle e, in quest'ultima forma, si giacevano con gli uomini la notte o durante la siesta pomeridiana, per succhiare le loro forze vitali portandoli alla morte. L'unico modo per liberarsi di loro era quello di prorompere in insulti, poiché all'udirli esse fuggivano con alte strida.

ENDIMIONE: giovane pastore di particolare bellezza, figlio d'Etlio e di Calice, oppure dello stesso Zeus. Eolico di razza sebbene cario d'origine, strappò a Climeno il trono di Elide e si dice che avesse conquistato Olimpia al suo dominio. Sua moglie, nota con molti nomi diversi, come Ifianassa, Iperippa, Cromia e Neide, gli diede tre figli, Peone, Epeo ed Etolo, e una figlia, Euricide. Egli ebbe anche cinquanta figlie da Selene (la Luna), che si era perdutamente innamorata di lui. Per decidere la successione al trono fece partecipare i figli a una corsa che venne vinta da Epeo.
La leggenda più celebre racconta i suoi amori con Selene. Endimione giaceva addormentato in una grotta del monte Latmo in Caria allorché Selene lo vide per la prima volta, si sdraiò al suo fianco e dolcemente gli baciò gli occhi chiusi. In seguito, come taluni narrano, egli ritornò nella stessa grotta e cadde in un sonno senza sogni, dal quale non si ridestò mai più. Ciò accadde forse per sua volontà, poiché lo terrorizzava l'idea di invecchiare; o forse perché Zeus lo sospettava di intessere un intrigo amoroso con Era; o forse perché Selene preferiva baciare il suo corpo inerte anziché essere oggetto della sua troppo feconda passione. In ogni caso, Endimione serbò intatto il fiore della giovinezza.
Secondo un'altra versione del mito, Zeus diede a Endimione la possibilità di realizzare un desiderio ed egli scelse di dormire per l'eternità senza invecchiare. La popolazione di Eraclea, in Caria, nei pressi di Latmo, gli dedicò un altare. In Elide si diceva che Endimione fosse sepolto a Olimpia.