MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera E

Euriclea, Euridice, Euriloco.

EURICLEA: 1. Prima moglie di Laio e madre di Edipo. Nella versione della leggenda che ignora il suo incesto, Edipo sposò Epicasta, la seconda moglie del defunto Laio.

EURICLEA: 2. Nutrice di Odisseo, lo riconobbe quando ritornò da Troia. Penelope non riconobbe il marito e ordinò alla vecchia nutrice di lavare i piedi all'ospite. Euriclea riconobbe subito la ferita nella coscia, che Odisseo si era procurato durante la caccia a un cinghiale selvatico, e lanciò un grido di sorpresa e di gioia; ma Odisseo, presa la vecchia per la gola, la supplicò di tacere. Penelope non notò l'incidente perché Atena aveva distratto la sua attenzione. Più tardi, dopo aver eliminato tutti i pretendenti, Odisseo si fermò per chiedere a Euriclea, che aveva chiuso le donne nelle loro stanze, quante ancelle erano rimaste fedeli alla sua causa. Euriclea rispose che dodici soltanto si erano coperte di vergogna. Le ancelle colpevoli ricevettero l'ordine di lavare con spugne e acqua il pavimento della sala insozzato di sangue. Poi Odisseo le impiccò tutte in fila. Scalciarono un poco e tutto finì.

EURIDICE: 1. Madre di Danae; sposa di Acrisio e figlia di Lacedemone, fondatore di Sparta.
Acrisio, desiderando avere un maschio, andò a interrogare l'oracolo, il quale gli annunciò che sua figlia Danae avrebbe sì avuto un bambino, ma che questi lo avrebbe ucciso. Acrisio, per evitare l'avverarsi dell'oracolo, fece costruire una camera sotterranea in bronzo dove rinchiuse Danae e la tenne ben custodita. Tuttavia Danae fu sedotta, gli uni dicono dallo zio Preto, gli altri da Zeus. Quando Acrisio venne a sapere che la figlia era stata sedotta, mise sua figlia col neonato in una cassa, che abbandonò in mare. Questo bambino si chiamava Perseo.

EURIDICE: 2. Sposa di Creonte, reggente di Tebe. Nell'Antigone di Sofocle, Euridice maledice lo sposo per il castigo che ha procurato all'intera sua famiglia e si suicida per disperazione. Tutti i loro figli morirono e il più giovane, Emone, si tolse la vita davanti al cadavere della sua fidanzata, Antigone; il maggiore, che si chiamava anch'egli Emone, era stato ucciso dalla Sfinge e il secondo, Megareo, fu offerto in sacrificio ad Ares per salvare Tebe nella guerra contro i Sette.

EURIDICE: 3. Figlia di Adrasto e sposa di Ilo, re di Troia. Generò a Ilo Laomedonte e Temista: Laomedonte decise di erigere le famose mura di Troia ed ebbe tanta fortuna da poter godere dell'aiuto di Apollo e di Poseidone. Ma Laomedonte poi truffò gli dèi sulla paga e si guadagnò il loro rancore; Temista sposò il frigio Capi, figlio d'Assaraco e, come alcuni dicono, divenne la madre di Anchise, padre di Enea.

EURIDICE: 4. Una Driade della Tracia amata da Orfeo, figlio del re tracio Eagro e della Musa Calliope.
Un giorno in cui passeggiava con le Naiadi, sue compagne, nei pressi di Tempe, nella vallata del fiume Peneo, Euridice s'imbattè in Aristeo che cercò di usarle violenza. Euridice incespicò su un serpente mentre fuggiva e morì per il suo morso; ma Orfeo coraggiosamente discese agli Inferi con la speranza di ricondurla sulla terra. Si servì del passaggio che si apre ad Aorno in Tesprozia e, al suo arrivo nell'Oltretomba, non soltanto incantò Caronte il traghettatore, il cane Cerbero e i tre giudici dei morti con la sua musica dolce e lamentosa, ma fece cessare temporaneamente le torture dei dannati e placò il duro cuore di Ade tanto da indurlo a restituire Euridice al mondo dei vivi. Ade pose una sola condizione: che Orfeo non si guardasse alle spalle finché Euridice non fosse giunta alla luce del sole. Euridice seguì Orfeo su per l'oscura voragine, guidata dal suono della sua lira; ma appena sorse la luce del sole, Orfeo si volse per vedere se Euridice era con lui e così la perdette per sempre.

EURILOCO: compagno e luogotenente di Odisseo. Aveva sposato la sorella di Odisseo, Ctimene.
Accompagnò Odisseo alla guerra di Troia e anche durante il viaggio di ritorno in patria. A Euriloco toccò di esplorare l'isola di Circe con altri ventidue compagni. Dopo aver vagato tra i boschi gli uomini giunsero infine al palazzo della maga che sorgeva in un'ampia radura al centro dell'isola. Circe sedeva nella sala del palazzo e, quando udì il richiamo di Euriloco, si affacciò sulla soglia e con un sorriso invitò tutti a cenare alla sua tavola. Gli uomini accettarono con piacere, e il solo Euriloco, insospettito, rimase all'esterno, spiando dalla finestra. Non appena i marinai ebbero mangiato i primi bocconi, la dea li persosse con una verga e li trasformò in maiali. Euriloco ritornò alla nave e narrò ogni cosa a Odisseo che sguainò la spada e partì per recare aiuto agli sventurati compagni. Euriloco non si lasciò convincere a ritornare a quel palazzo.
Quando Odisseo giunse sulle coste della Sicilia dove Iperione, il Titano solare che taluni chiamano Elio, faceva pascolare le sue mandrie, Euriloco, morso dalla fame, prese in disparte i camarati e li indusse a rubare qualche capo di bestiame. Attesero dunque che Odisseo si fosse addormentato, si impadronirono di alcune vacche, le sgozzarono e arrostirono tanta carne quanta ne sarebbe bastata per banchettare sei giorni.
Odisseo, destatosi, inorridì al vedere l'accaduto, e inorridì anche Iperione quando ebbe notizia del furto e si lamentò con Zeus il quale, visto che la nave di Odisseo aveva ripreso il mare, scatenò un'improvvisa tempesta. La nave si inabissò e tutti annegarono, fuorché Odisseo.