MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera P

Persefone.

PERSEFONE: figlia di Zeus e Demetra, appare già in Omero come la sposa di Ade, dio dell'Averno, e quindi signora delle ombre e dei mostri infernali. Una tradizione ne fa la figlia di Zeus e di Stige, la ninfa del fiume infernale.
Si narrava che, mentre la dea con le ninfe del suo seguito coglieva fiori presso Enna in Sicilia, Ade, ottenuto il consenso di Zeus, la rapisse e la trasportasse nell'Oltretomba con il suo cocchio. La madre Demetra desolata per l'improvvisa sparizione della figlia Core, in seguito chiamata Persefone, si appartò dall'Olimpo e dalla Terra, in regioni deserte; cessò pertanto la fertilità della terra e i mortali morivano di fame. Allora Zeus, per consolare la dea addolorata, ordinò a Ermete di scendere agli Inferi per riportare Persefone alla madre; ma ciò non era più possibile, poiché la giovane aveva rotto il digiuno. Infatti, per disattenzione o perché tentata da Ade, aveva mangiato un chicco di melagrana, e questo bastava a legarla per sempre agli Inferi. Si giunse allora a un compromesso davanti al trono di Zeus: Core avrebbe trascorso ogni anno tre mesi in compagnia di Ade, come regina del Tartaro e col titolo di Persefone, e gli altri nove mesi in compagnia di Demetra che acconsentì finalmente a risalire sull'Olimpo.
Si racconta che Zeus generò in segreto suo figlio Zagreo in Persefone, prima che essa fosse condotta nell'Oltretomba da suo zio Ade. Come sposa di Ade ha una parte nella leggenda di Eracle. Quando l'eroe, per ordine di Euristeo, discese nel Tartaro per catturare il cane Cerbero, trovò Teseo che aveva accompagnato agli Inferi l'amico Piritoo per portar via Persefone; ma, per la loro sacrilega impresa, Ade li teneva prigionieri da ben quattro anni sulla Sedia dell'Oblio. Persefone che aveva accolto Eracle come un fratello, gli concesse di liberare i due imprudenti e di ricondurli sulla terra. L'eroe afferrò allora Teseo per le mani e con uno strappo lacerante lo liberò, ma buona parte della sua carne rimase attaccata alla sedia. Afferrò anche le mani di Piritoo, ma la terra tremò e l'eroe abbandonò l'impresa. Poi, per ingraziarsi le ombre con un dono di sangue, sgozzò un capo della mandria di Ade. Il mandriano Menete lo sfidò a una gara di lotta; ma ne uscì con le costole rotte, e avrebbe subito una sorte peggiore se Persefone non fosse intervenuta e non avesse chiesto a Eracle di lasciarlo andare.
Oltre la bellezza, Persefone possedeva un animo gentile e molto sensibile. Infatti, allorché Alcesti, moglie di Admeto re di Fere, accondiscese a morire al posto del marito, Persefone rimandò la giovane sulla terra, commossa dalla abnegazione che questa dimostrò verso lo sposo. Alla dea sono legati diversi miti fra i quali quello di Adone. Si narra che quando nacque Adone, era tanto bello che Afrodite lo mise ancora in fasce dentro una cesta e lo affidò segretamente a Persefone perché lo nascondesse. Persefone, quando lo vide, s'invaghì del bel bambino e non volle più ridarlo ad Afrodite. Zeus dovette dirimere la questione nata tra le due dee. Si conoscono due versioni del giudizio: secondo la prima, Zeus decise che Adone avrebbe passato un terzo dell'anno con ciascuna dea e il resto a suo piacimento. Ma Adone trascorse anche quest'ultimo terzo con Afrodite. Nella seconda versione è la musa Calliope a fare da giudice, decidendo di affidare Adone a ciascuna dea per metà anno. La seconda versione sostiene inoltre che Afrodite avrebbe punito Calliope causando la morte di suo figlio Orfeo. Ma il mito più celebre di Orfeo è quello della sua discesa agli Inferi per amore della moglie Euridice. Ade e Persefone acconsentirono a restituire Euridice a suo marito, ma posero una condizione, che cioè Orfeo dovesse risalire alla luce, seguito dalla moglie, senza voltarsi per vederla prima di aver lasciato il loro regno. Orfeo accettò, e si mise in cammino. Era già quasi risalito alla luce del giorno quando un dubbio terribile gli venne in mente: Persefone non si era forse fatta beffe di lui? Euridice era veramente dietro di lui? Immediatamente si voltò. Ma Euridice svenne e morì una seconda volta. Orfeo tentò di ritornare a cercarla; ma, questa volta, Caronte fu inflessibile e gli negò l'accesso al mondo infernale.
Persefone come sposa di Ade ha anche una parte nella leggenda di Sisifo. Questi riuscì a trarre in inganno Persefone, ma mal gliene incolse. Appena varcata la soglia del palazzo di Ade, si recò immediatamente dinanzi a Persefone e le disse che, poiché il suo corpo non era stato sepolto, egli sarebbe dovuto ritornare nel mondo dei vivi allo scopo di provvedere al suo funerale e per punire l'incuria dei suoi familiari, e promise di ritornare entro tre giorni. Persefone si lasciò ingannare e concesse a Sisifo ciò che egli chiedeva. Ma appena fu tornato alla luce del sole, Sisifo non mantenne la promessa fatta a Persefone e Ade fu costretto a ricondurlo al Tartaro con la forza.
A Persefone e alla madre Demetra era sacra la città di Eleusi dove ogni anno si celebravano solenni processioni e teorie di vergini. In questa occasione agli iniziati erano rappresentati dei misteri nei quali si mostrava la vita d'oltretomba. Nella mitologia romana Persefone prese il nome di Proserpina.
L'arte rappresenta Persefone ora come moglie di Ade, ora come figlia di Demetra, coronata di edera e con una fiaccola in mano.