MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera P

Pitone, Pitteo, Pizia, Pleiadi.

PITONE: serpente mostruoso figlio di Gea, la madre Terra. Era un serpente di sesso femminile che proteggeva l'oracolo all'inizio affidato a Gea, poi a Temi e a Febe. La dea Era, quando seppe della nuova infedeltà di Zeus, incaricò Pitone di seguire Latona tutt'attorno al mondo, e decretò che essa non avrebbe potuto partorire in alcun luogo dove brillasse il sole. Poseidone, pregato da Zeus, accolse Latona e la nascose nell'isola di Ortigia, che era allora coperta dal mare, e qui ella partorì Apollo, sotto una volta formata di onde, al riparo dal sole, secondo la volontà di Era. Tre giorni dopo la sua nascita, Apollo uccise Pitone con una delle sue infallibili frecce, dinanzi al sacro crepaccio presso l'oracolo della Madre Terra a Delfi; ne rinchiuse le ceneri in un sarcofago e istituì, in suo onore i Giochi Pitici. Apollo si impossessò dell'oracolo, da cui prese il nome di Apollo Pizio. In memoria dell'antico protettore dell'oracolo, il sacerdote di Apollo a Delfi continuò ad essere una donna e venne sempre chiamata Pizia.

PITTEO: figlio di Pelope e d'Ippodamia, fratello di Tieste e d'Atreo. Succedette a Trezene sul trono della città omonima. Fu famoso per la sua sapienza e la sua pietà. Egli fondò a Trezene il più antico tempio greco, quello di Apollo Teario. Quando Egeo, re d'Atene, si recò da lui per farsi spiegare un oscuro responso dell'oracolo delfico, Pitteo comprese che il figlio di Egeo sarebbe divenuto un grande eroe e per questo lo fece ubriacare e lo mandò a letto con sua figlia Etra. Nel corso della medesima notte, anche Poseidone godette di lei. A tempo debito Etra diede alla luce Teseo. Pitteo tenne presso di sé il nipote fin quando compì i sedici anni, e lo istruì personalmente nella musica e nella ginnastica. Anni dopo, divenuto re di Atene, Teseo mandò il figlio Ippolito, avuto dall'Amazzone Antiope, o Melanippa, o anche Ippolita, a vivere con Pitteo che lo adottò come suo erede al trono di Trezene.

PIZIA: o Pitonessa, sacerdotessa di Apollo Pitio (così detto per aver ucciso il serpente Pitone), sedeva nel tempio di Delfi sopra un tripode posto all'ingresso di una grotta sacra (adyton), donde emanavano vapori dalle proprietà estatiche. Inebriata da queste esalazioni, la Pizia pronunciava nel delirio parole sconnesse che i sacerdoti raccoglievano come responsi del dio, cercando di interpretarli. In principio (quando i responsi li davano una volta all'anno) ve n'era una sola, poi tre; tenute alla verginità perpetua esse erano scelte fra le abitatrici di Delfi, con preferenza alle povere ma oneste.
Gli oracoli di Delfi e quello di Dodona furono tra i più celebri.

PLEIADI: figlie di Atlante e della ninfa oceanina Pleione. Erano in numero di sette e si chiamavano: Alcione, Merope, Celeno, Elettra, Sterope, Taigete e Maia; la più bella era Maia, che unitasi a Zeus, generò Ermete; la meno splendente, Merope, per la vergogna d'essere la sola fra le sorelle ad avere amato un mortale.
Secondo il mito, esse vennero tramutate nella costellazione omonima, che sorge con l'inizio del periodo favorevole alla navigazione e tramonta quando cominciano le tempeste. Secondo una tradizione, esse subirono questa metamorfosi essendosi uccise per il dolore di aver perduto le sorelle Iadi; secondo un'altra, mentre stavano per cadere nelle mani del gigante Orione che le inseguiva per le campagne della Beozia, Zeus le tramutò in colombe e poi in astri, insieme con l'inseguitore e il suo cane. Le Pleiadi non erano vergini, infatti tre di loro si giacquero con Zeus: Maia che fu madre di Ermete, Elettra che gli diede Dardano e Iasione, e Taigete che gli diede Lacedemone; due si unirono in amore con Poseidone, prima Celeno che generò Lico e poi Alcione che generò Irieo, Iperenore ed Aretusa; una si giacque con Ares, che generò Enomao; la settima, Merope, sposò il mortale Sisifo, re di di Corinto, dal quale ebbe un figlio, Glauco. Di tutte le Pleiadi, Merope, la sola ad avere sposato un mortale, è la stella che, nella costellazione, brilla di uno splendore minore di quello degli astri che rappresentano le sue sorelle.
In latino esse erano dette Vergiliae, con riferimento forse alla primavera. Pleiadi erano pure dette le sacerdotesse del tempio di Zeus a Dodona.