MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera T

Telegono, Telemaco.

TELEGONO: figlio di Odisseo e di Circe. Telegono (nato lontano), saputo dalla madre Circe di essere figlio di Odisseo e volendo conoscere il padre, s'imbarcò alla sua ricerca. Gettato dalla tempesta a Itaca, credendo che fosse l'isola di Corcira, per sfamare l'equipaggio si diede a saccheggiare il paese e a razziare una parte del bestiame appartenente al re. Odisseo intervenne a difendere i suoi beni, ma Telegono lo uccise accidentalmente sulla riva del mare con una lancia che aveva per punta l'aculeo di una razza (pesce le cui ferite passavano per essere mortali). Odisseo morente, ricordando la predizione di Tiresia, si fece condurre davanti lo straniero e così ebbe la spiegazione del tragico evento. Atena, accorsa inutilmente in aiuto del suo protetto, non poté fare altro che confortarlo e convincerlo ad arrendersi ai voleri del Fato. Telegono riconosciuto il padre, lo pianse a lungo e tornò da Circe insieme a Penelope, portandosi dietro il cadavere di Odisseo. Trascorso in esilio l'anno prescritto dalla legge, Telegono sposò Penelope, e Circe poi li mandò entrambi nelle Isole dei Beati. Secondo il poeta Eugammone di Cirene, nel poema dedicato alle avventure di Telegono, la Telegonia, il giovane era considerato figlio di Odisseo e Calipso. La leggenda ubbidisce alla predizione che Tiresia aveva fatta all'eroe, che dal mare gli sarebbe venuta la morte. Il nome di Telegono è anche connesso con le leggende italiche, in quanto, sposata Penelope, Telegono avrebbe avuto un figlio, Italo, l'eroe eponimo dell'Italia, fondatore di Tusculo (oggi Frascati) e di Preneste (Palestrina).

TELEMACO: figlio di Odisseo e di Penelope, appare come un giovane conscio della sua responsabilità di signore di Itaca, ma timoroso davanti ai Proci e incerto sul modo di difendere la madre e il regno dalle loro brame. Quando il padre partì per la guerra di Troia, Telemaco era appena nato. Odisseo aveva cercato d'evitare in tutti i modi la partenza fingendo persino d'essere pazzo. Ma Palamede strappò il piccolo Telemaco dalle braccia della madre e lo posò per terra dinanzi alle zampe degli animali aggiogati all'aratro. Odisseo subito tirò le redini per non uccidere il suo unico figlio e dimostrando così d'essere sano di mente fu costretto a partecipare alla spedizione.
Durante i diciannove anni dell'assenza di Odisseo, Telemaco fu costretto a guardare sua madre assediata da un gran numero di pretendenti, incapace di liberarsi di loro. Ma Atena gli apparve con le sembianze di Mentore l'itacese, suo tutore, per ispirarlo e convincerlo a partire alla ricerca di notizie su suo padre. Telemaco si recò da Nestore, che era ritornato a Pilo, e da Menelao a Sparta, dove rinacquero le sue speranze di rivedere Odisseo. Intanto, i pretendenti, stanchi della sua ostilità, avevano deciso di tendergli un'imboscata al suo ritorno, ma Atena lo ricondusse a Itaca per un percorso diverso. Quando giunse sull'isola, Odisseo era già arrivato. Telemaco da quel momento mostrò coraggio e spirito d'iniziativa; si recò dapprima dal porcaro Eumeo dove incontrò suo padre ed ebbe l'ordine di non rivelare nulla a Penelope. Poi, insieme organizzarono la disfatta dei pretendenti; Odisseo disse a Telemaco di riporre nell'armeria tutte le armi che stavano appese alle pareti della sala dei banchetti, mentre egli si recava a visitare Penelope. Il giorno seguente, dopo la sfida dell'arco, i pretendenti si ritrovarono impotenti ad opporsi al massacro di Odisseo. Telemaco combattè energicamente al fianco di suo padre. Si raccontava che, dopo l'uccisione dei pretendenti, i parenti delle vittime intentarono un'azione legale contro Odisseo, nominando loro giudice Neottolemo, re delle isole Epirotidi. Odisseo acconsentì ad accettare il verdetto e Neottolemo stabilì che egli lasciasse l'isola per altri dieci anni durante i quali gli eredi dei pretendenti avrebbero dovuto versare a Telemaco, ora re, un adeguato compenso per i danni subiti.
Le storie sulla vita di Telemaco sono spesso discordanti. Secondo una versione del mito, sposò la figlia di Nestore, Policasta, che aveva incontrato a Pilo e che gli avrebbe dato un figlio, Persepoli; oppure Nausicaa, incontrata da Odisseo a Scheria. Una tradizione più tarda narra che Telemaco fosse poi esiliato da Odisseo perché un oracolo l'aveva avvertito di diffidare del figlio. In verità, l'oracolo riguardava Telegono, e niente impedì che il destino si compisse, e che Odisseo fosse ucciso, accidentalmente, dal figlio avuto da Circe. Dopo la morte di Odisseo, Telemaco, tornò a Itaca e poi con sua madre si recò a Eea dove seppellì Odisseo e sposò Circe. La maga lo rese immortale e gli generò un figlio, Latino.