MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera T

Termine, Tersandro, Tersicore, Tersite.

TERMINE: dio romano dei confini, proteggeva le pietre e gli altri segni che separavano le proprietà agresti, nonché i limiti dello Stato. La sua introduzione nella religione romana è attribuita al sabino Tito Tazio, come la maggior parte delle divinità agresti. Secondo la leggenda, un tempio dedicato a Termine era stato abolito in occasione dell'erezione del santuario di Giove Capitolino, ma il culto era rimasto come secondario anche nelle nuova costruzione. In suo onore si celebravano, il 22 febbraio, le feste Terminalia, private e pubbliche: queste ultime nel luogo dove la tradizione collocava il più antico confine di Roma, sulla via Laurentina.

TERSANDRO: 1. Figlio di Sisifo e di Merope. Egli ebbe due figli, Aliarto e Corono. Questi ebbero dal loro prozio, Atamante, che aveva perduto tutti i suoi figli, il regno di Orcomeno. Ma, più tardi, quando uno dei figli di Frisso, Presbone, ritornò dalla Colchide a reclamare il regno del nonno paterno Atamante, Aliarto e Corono glielo consegnarono e fondarono le due città beote d'Aliarto e Coronea.

TERSANDRO: 2. Figlio di Polinice e d'Argia. Con gli altri Epigoni combatté contro Tebe. Vedendo ripetersi una situazione simile a lui familiare, Tersandro seguì l'esempio del proprio padre: corruppe Erifile con il magico manto che Atena aveva donato alla sua ava Armonia in occasione delle nozze, così come Afrodite le aveva donato la collana. Erifile decise per la guerra e Alcmeone assunse di malavoglia il comando. Dopo la conquista della città, Tersandro ottenne il potere, e richiamò a Tebe gli abitanti che ne erano fuggiti al momento del sacco. Sposò la figlia di Anfiarao, Demonassa, dalla quale ebbe un figlio, Tisameno. Partecipò alla prima spedizione contro Troia, quella che sfociò nello sbarco in Misia. Fu ucciso da Telefo, e i suoi funerali furono celebrati da Diomede. Tuttavia, Virgilio si fa portavoce di un'altra tradizione, secondo la quale Tersandro avrebbe partecipato alla guerra di Troia propriamente detta e figurato fra i guerrieri che presero posto nel Cavallo di legno.

TERSICORE: una delle nove Muse, figlia di Zeus e di Mnemosine. Presiedeva alla danza, alla musica e ai cori. Viene rappresentata come una giovane donna vivace, e festevole coronata di ghirlande, tenendo in mano la lira o altri strumenti, al suono dei quali regola i suoi passi secondo le cadenze musicali.

TERSITE: uno dei figli d'Agrio e fratello di Onchesto, Protoo, Celeutore, Licopeo e Melanippo. Con loro, cacciò lo zio Eneo dal trono di Calidone, allorché il vecchio fu diventato incapace di difendersi. Omero lo descrive come il più brutto e il più vile dei Greci davanti a Troia. Un uomo fisicamente repellente, sciancato e gobbo, calvo e deforme. Era arrogante e si divertiva a prendere in giro i capi greci. Parlava di tutti senz'alcun riguardo e senza alcuna moderazione. Un giorno mosse ad Agamennone gravi rimproveri per aver rapito Briseide ad Achille e per il cattivo andamento dell'assedio di Troia; Odisseo presente alla discussione, per punirlo lo percosse con il suo bastone sulla schiena. Il dolore fece sì che Tersite facesse una smorfia così deforme che i Greci non poterono trattenersi dal riderne. Ma ciò non bastò a Tersite per tenersi fuori dai guai. Quando Pentesilea, la bella Amazzone, fu uccisa da Achille, il quale s'innamorò del suo corpo ormai esanime, Tersite canzonò l'eroe per il suo amore, e, con la punta della lancia, cavò gli occhi dalle orbite della giovane. Indignato per tale misfatto, Achille si volse e colpì Tersite con tanta forza da spaccargli tutti i denti e da far ruzzolare la sua ombra giù nel Tartaro. Poi andò a farsi purificare da questo delitto a Lesbo. Oggi quando si vuole dire di qualcuno mal formato con spirito cattivo, si dice ch'é un Tersite.