MITOLOGIA GRECA E ROMANA


Mitologia, lettera T

Teucro, Teutra.

TEUCRO: 1. Antico re, eponimo della popolazione dei Teucri, abitanti nella Troade. Il mito lo dice figlio di Scamandro e di Idea, una ninfa del monte Ida. Teucro e il padre, alla loro partenza da Creta, avevano consultato l'oracolo che aveva ordinato loro di stabilirsi nel luogo in cui fossero stati attaccati da alcuni "figli del suolo". Ora avvenne che, una notte in cui erano accampati in Troade, le loro armi, i loro scudi e le corde dei loro archi furono rosicchiati da topi. Comprendendo che l'oracolo si era avverato, fondarono in quel punto un tempio ad Apollo Sminteo ("l'Apollo dai Topi"), e vi si stabilirono. Qualunque sia la sua origine, Teucro è l'antenato della famiglia reale di Troia. Accolse Dardano e gli diede una parte del suo regno e sua figlia, Batieia. Da questo matrimonio nacquero: Ilo, Erittonio, Zacinto, e una figlia, Idea, dal nome della nonna materna.

TEUCRO: 2. Figlio di Telamone, re di Salamina, e fratellastro di Aiace. Secondo taluni sarebbe figlio di una concubina, Esione, figlia di Laomedonte e sorella di Priamo. Partecipa, con Aiace, alla spedizione contro Troia, nonostante Priamo sia suo zio. Appare il miglior arciere tra gli Achei; usava combattere dietro lo scudo di Aiace e semmai gli toccava allontanarsi, tornava subito a mettersi al riparo. Le sue imprese sono notevoli e figura fra i combattenti nascosti nel Cavallo di legno. Mentre gli Achei celebravano i giochi funebri in onore di Achille, Aiace vince il lancio del disco e Teucro la gara di tito all'arco.
Durante la pazzia di Aiace, Teucro si trovava in Misia, ma Aiace gli lasciò un messaggio affidandogli la tutela di suo figlio Eurisace, che doveva poi essere condotto presso i suoi nonni paterni Telamone ed Eribea, a Salamina. Di ritorno dalla Misia, Calcante che non era stato avvertito del suicidio di Aiace dalla sua arte profetica, prese Teucro in disparte e gli consigliò di rinchiudere Aiace nella sua tenda, poiché Atena irritata l'aveva fatto impazzire. Ma Teucro si limitò a scrollare il capo perché Zeus gli aveva già comunicato la triste sorte del fratello, e in compagnia di Tecmessa si mise alla ricerca del cadavere. Trovarono Aiace in una pozza di sangue, e Teucro, sopraffatto dalla disperazione, fu sul punto di uccidersi, ma ne fu impedito dai presenti. Poi, affidato a Eurisace, in veste di supplice, il compito di offrire alla salma ciocche dei propri capelli e di quelli suoi e di Tecmessa, si recò da Agamennone, schiumando per la rabbia. Odisseo intervenne nella disputa che seguì e non soltanto pregò Agamennone di concedere ad Aiace i riti funebri, ma si offrì di aiutare Teucro a organizzarli. Teucro declinò questa proposta, pur ringraziando Odisseo per la sua cortesia. Infine Agamennone, per consiglio di Calcante, concesse che Aiace fosse sepolto in una bara da suicidi presso il capo Reteo, anziché bruciato sul rogo come se fosse caduto con onore in battaglia.
Teucro in seguito ritornò a Salamina, ma Telamone lo accusò di fratricidio colposo, poiché non aveva appoggiato la richiesta di Aiace durante la disputa per le armi di Achille. Vedendosi negato l'ingresso in città, Teucro perorò la sua causa dal mare, mentre i giudici lo ascoltavano schierati sulla spiaggia. Ma accusato di non aver riportato in patria né le ossa di Aiace né Tecmessa né Eurisace, fu condannato e bandito. Raggiunse la Siria, dove fu accolto dal re Belo, che era in procinto di conquistare l'isola di Cipro. Belo insediò Teucro nell'isola, e questi vi fondò la nuova Salamina (Salamina di Cipro). Portò con sé prigionieri di guerra troiani, i quali formarono una parte della popolazione. Egli stesso sposò Eune, figlia del re Cipro, eponimo dell'isola. Eune gli diede una figlia, Asteria. Secondo un'altra versione, Teucro, bandito da Salamina d'Attica, si rifugiò a Cipro, dove fu ben accolto da Cinira che gli accordò una concessione, in cui Teucro fondò Salamina di Cipro, e gli concesse la mano della figlia Eune. Da lei ebbe vari figli, segnatamente Aiace il giovane, fondatore della città di Olbe, in Cilicia.

TEUTRA: figlio di Lisippa e re di Teutrania in Misia. Si raccontava che Teutra, mentre cacciava sulla montagna, inseguì un giorno un gigantesco cinghiale che si rifugiò nel tempio di Artemide Ortosia. Teutra era sul punto di forzare l'ingresso allorché il cinghiale implorò pietà con voce umana. Teutra non gli badò nemmeno e lo uccise, offendendo così Artemide in modo tale che essa ridonò la vita al cinghiale, punì Teutra con il tormento della lebbra e lo costrinse a vagare tra valli solitarie. Sua madre Lisippa, con l'aiuto del veggente Poliido e con cospicui sacrifici, riuscì a placare la collera d'Artemide, e Teutra recuperò la salute.
Fu Teutra ad accogliere Auge, figlia di Aleo re di Tegea, allorché la giovane fu venduta da Nauplio. Teutra sposò Auge e ne adottò il figlio, il piccolo Telefo. Un'altra versione raccontava che Auge era stata venduta dopo aver dato alla luce il figlio e che questi era stato esposto sul monte Partenio, dove una cerbiatta lo nutrì col suo latte. Alcuni mandriani lo rinvennero, lo chiamarono Telefo e lo portarono al loro padrone, re Corito. Più tardi, quando Telefo raggiunse l'età virile, si recò a Delfi per avere notizie dei suoi veri genitori. Gli fu detto di recarsi da re Teutra in Misia, dove trovò Auge, ora sposata a Teutra, e da lei seppe che essa era sua madre ed Eracle suo padre. Teutra allora diede in sposa a Telefo sua figlia Argiope, e lo dichiarò erede al trono.