MITOLOGIA GRECA E ROMANA
Mitologia, lettera T
Tullo Ostilio, Trambelo, Tritone.
TULLO OSTILIO: terzo re di Roma; la durata del suo regno è indicata in 31 anni, dal 673 al 642 avanti Cristo. Fu eletto re alla morte di NUma Pompilio e si dimostrò assai diverso dal suo predecessore. Gli viene attribuito un carattere bellicoso e ne è ricordata l'origine latina; pare che la sua figura sia stata per più aspetti assimilata a Romolo e che vi sia stata un'intenzione consapevole di distinguerlo da Numa. Sotto il suo regno la tradizione colloca la guerra tra Romani e Albani. Dicono che i due eserciti rimisero la sorte delle armi a un duello fra i tre Orazi romani e tre Curiazi albani. Costoro uccisero due Orazi. Ma l'ultimo a sua volta uccise i tre Curiazi e decise la guerra. Alba Longa fu distrutta, e il suo re Mezio Fufezio, accusato di aver tradito i patti, fu legato a due cocchi rivolti in direzioni opposte e i cavalli lanciati al galoppo lo squarciarono. Tullo costrinse poi la popolazione di Alba a trasferirsi a vivere a Roma. La popolazione di Roma raddoppiò e Tullo si sentì a quel punto forte abbastanza per dichiarare guerra ai Sabini e ottenne la vittoria. Una pioggia di pietre cadde sul monte Albano e vennero inaugurati i festeggiamenti per espiare l'abbandono degli altari di Alba. Al termine della sua vita, Tullo cadde malato e diventò superstizioso. Fu a causa della superstizione che si procurò la morte mentre, intento a propiziarsi Giove Elicio con una formula presa dai libri del re Numa, venne accecato da una gran luce che lo uccise.
Gli sono attribuite riforme amministrative e religiose. Gli storici sono favorevli a riconoscere verità storica alla figura di Tullo Ostilio.
TRAMBELO: figlio di Telamone e di Teanira. Fu allevato, a Mileto, dal re Arione, il quale ne aveva accolto la madre, fuggitiva. In seguito, Arione elesse Trambelo re dei parenti asiatici di Telamone, i Lelegi o, altri dicono, i Lesbi. Trambelo era innamorato di Apriate, un'eroina di Lesbo, ma lei non lo ricambiava. Allora il giovane decise di rapirla mentre ella passeggiava con le sue accompagnatrici. La ragazza si oppose e Trambelo la buttò in mare. Alcuni dicono che vi si gettò lei stessa, e morì annegata.
Quando, nel corso della guerra di Troia, Achille conquistò Mileto, Trambelo combattè contro di lui, e fu ucciso. Ma Achille, ammirando il valore del giovane, s'informò sulla sua identità e, venendo a sapere che era figlio di Telamone e perciò suo parente, provò grande dolore e gli innalzò una tomba sulla spiaggia.
TRITONE: figlio di Poseidone e di Anfitrite, fratello di Roda e Bentesicina. Viene rappresentato come una creatura con la testa e il corpo di uomo e una coda di pesce. Benché la sua dimora sia, generalmente, l'intero mare, Tritone è ritenuto talvolta il dio del lago Tritonio, in Libia.
Quando il terribile vento di nord-est si abbattè sugli Argonauti e in nove giorni li spinse verso le più remote spiagge della Libia, e laggiù un'enorme ondata sollevò l'Argo oltre le insidiose rocce che si sgranano lungo la costa e portò la nave all'asciutto a un miglio circa nell'entroterra, Giasone, confortato in sogno dalla triplice dea Libia, posta l'Argo su dei rulli, indusse gli Argonauti a spingerla a forza di spalle fino al lago salato Tritonio. Qui Tritone apparve sotto le sembianze di un bel giovane chiamato Euripilo e indicò loro quale direzione dovevano prendere per raggiungere il Mediterraneo. In cambio del dono ricevuto dai Greci (un massiccio tripode di bronzo), donò a Eufemo una zolla di terra magica, presagio della venuta in Cirenaica dei suoi discendenti. E infatti Batto, il fondatore della colonia di Cirene, passa per essere un discendente d'Eufemo. Proprio lui gettò nel mare quella sacra zolla da cui spuntò l'isola di Tera.
Tritone era ambiguo, spesso soccorrevole, ma talvolta anche maligno e ostile. In una locale leggenda beota, a Tanagra, si raccontava che, durante una festa di Dioniso, le donne del paese si bagnassero nel lago. E, mentre nuotavano, Tritone le aveva attaccate. Ma Dioniso, rispondendo alle loro preghiere, era giunto in aiuto e aveva messo Tritone in fuga. In un'altra occasione Tritone, avendo cercato di impossessarsi degli armenti, era caduto in trappola: gli abitanti del lago deposero sulla riva una brocca di vino, e Tritone, attirato dall'odore, si avvicinò e bevve. Poi si addormentò sul posto, ciò che permise di ucciderlo a colpi di scure.
Tritone viene associato alla conchiglia del buccino che usava come tromba per sollevare o placare le tempeste. Nella battaglia tra gli dèi e i Giganti, portava anche un tridente come suo padre Poseidone. In un mito che riguarda l'infanzia di Atena si narra che Tritone avesse una figlia, Pallade, con cui la dea giocava e che, durante un accesso d'ira, la dea uccise accidentalmente. La tradizione conosce un'altra figlia di Tritone, una sacerdotessa d'Atena chiamata Triteia, la quale fu amata da Ares dal quale ebbe un figlio, Melanippo, che fondò in Acaia la città di Triteia, attribuendole il nome della madre.