MITOLOGIA GRECA E ROMANA
Mitologia, lettera A
Abante, Abdero, Acacallide, Academo o Echedemo, Acamante.
Abante: La leggenda conosce diversi eroi con questo nome, noi ne abbiamo indicati tre:
1. Figlio maggiore del re Celeo e di Metanira, aveva sorpreso la dea Demetra mentre beveva, esclamando: "Oh, come bevi avidamente!" Demetra gli lanciò un'occhiataccia e Abante fu trasformato in lucertola. Questo aneddoto morale ammaestrava i fanciulli a rispettare gli anziani e a riverire gli dèi.
2. Figlio di Linceo e d'Ipermestra e re dell'Argolide. Era un guerriero così famoso che, dopo la sua morte, bastò mostrare il suo scudo ai nemici della real casa per metterli in fuga. Dalla moglie Aglaia ebbe due gemelli, Preto e Acrisio, e una figlia, Idomenea che sposò Amitaone. Lasciò in eredità il regno ai suoi due figli gemelli, Preto e Acrisio, raccomandando loro di regnare alternativamente.
3. Figlio di Melampo e nipote di Amitaone. A questo Abante si attribuisce la paternità di Lisimaca, moglie di Talao e madre d'Adastro, quella dell'indovino Idmone, che aveva ereditato questa qualità da suo nonno, e quella di Cerano.
Abdero: figlio di Ermes, nato ad Oponte nella Locride, e compagno di Eracle. A lui Eracle affidò la cura delle giumente di Diomede, ma le bestie uccisero il giovane trascinandolo. Eracle fondò sulla costa una città chiamata Abdera, dal nome del giovane ch'egli amava.
Acacallide: figlia di Minosse e di Pasifae fu il primo amore di Apollo. Quando il dio e sua sorella Artemide si recarono a Tarra per purificarsi, Apollo trovò Acacallide nella casa di Carmanore, un suo parente per parte di madre, e la sedusse. Minosse ne fu irritato ed esiliò Acacallide in Libia dove, secondo taluni, essa divenne madre di Garamante, mentre, secondo altri, Garamante fu il primo uomo che venne al mondo. Acacallide ebbe altri due figli da Apollo: Nasso (che dette il nome all'isola così chiamata) e Mileto. Mentre era in procinto d'avere questo terzo figlio, Acacallide, temendo la collera del padre Minosse, fuggì dal palazzo per cercare rifugio nei boschi. Qui mise alla luce il piccolo Mileto. Non potendo allevarlo, lo abbandonò ai piedi di un albero; ma, per ordine di Apollo, le lupe della foresta lo nutrirono col loro latte fino a che alcuni pastori non lo trovarono, lo raccolsero e lo allevarono.
Academo o Echedemo: un Arcade giunto in Attica per invito di Teseo. Egli, essendo riuscito a sapere dov'era il nascondiglio di Elena, rivelò ai Dioscuri, Castore e Polideuce, che percorrevano la Grecia alla sua ricerca, il luogo in cui Teseo teneva prigioniera la loro sorella. Per questo gli Spartani tennero in grande onore Academo finché visse, e nelle loro invasioni successive risparmiarono il suo podere sulle rive del Cefiso, a sei stadi da Atene. Questo podere è ora chiamato l'Accademia: è un bel giardino irriguo, luogo d'incontro dei filosofi, reso celebre da Platone che vi pose la sua scuola.
Acamante: tre i personaggi:
1. Figlio di Antenore e di Teano, svolse una funzione particolarmente brillante nell'attacco del campo greco. Venne ucciso da Merione.
2. Figlio di Eussoro, capo dei Traci e alleato dei Troiani, fu ucciso da Aiace Telamonio.
3. Figlio di Teseo e di Fedra, ed eponimo della tribù attica degli Acamantidi. Le leggende gli attribuiscano una parte, come a suo fratello Demofoonte, nella presa di Troia. Acamante, si dice, era andato con Diomede in ambasciata a Troia, prima dell'inizio della guerra, per richiedere la restituzione di Elena. Qui fu scorto da Laodice, figlia di Priamo, la quale s'innamorò di lui. La ragazza confidò la sua passione alla moglie di Perseo, Filobia, la quale decise subito di aiutarla. Convinse il proprio marito, che regnava sulla città di Dardano, in Troade, a invitare separatamente i due giovani a un banchetto, e a metterli l'uno accanto all'altra. Laodice sarebbe passata per una cortigiana della reggia di Priamo. Alla fine del banchetto, Laodice era diventata la moglie di Acamante. Da questa unione nacque un figlio, Munito, che fu allevato nella casa di Priamo dalla bisnonna, Etra, madre di Teseo, allora prigioniera d'Elena. Alla caduta di Troia, mentre Laodice stava nel santuario di Troo, la terra si aprì e la inghiottì davanti agli occhi degli astanti. Nella confusione che seguì, Etra fuggì con Munito al campo greco, dove Acamante e Demofoonte riconobbero in lei la loro nonna che credevano morta da tempo. Subito chiesero ad Agamennone che la vecchia fosse rimpatriata. Agamennone accolse la loro richiesta, ma in cambio volle che rinunciassero alla loro parte del bottino. Sventuratamente, quando Acamante sbarcò in Tracia durante il viaggio di ritorno in patria, Munito, a Olinto, mentre cacciava, fu morso da un serpente e morì.
Si dice che Acamante si trovasse, alla presa di Troia, nell'interno del Cavallo di legno. Si racconta pure che una principessa tracia, chiamata Fillide, si era innamorata di Acamante e l'attendeva ansiosa quando Troia cadde e la flotta ateniese prese il viaggio di ritorno. Acamante, però, fu trattenuto nella Troade dai venti contrari, e Fillide, dopo aver atteso invano per nove giorni il suo ritorno, si impiccò per il dolore, e la dea Atena la trasformò in albero di mandorlo. Acamante, arrivato il dì seguente, potè abbracciare soltanto il suo nudo tronco. Poi si recò a Cipro dove fondò una colonia. Si racconta che qui morisse, per una caduta da cavallo, essendo finito malauguratamente sulla propria spada. Ma questa leggenda e quella della principessa Fillide, sono generalmente ricollegate a suo fratello Demofoonte. Secondo altre leggende, Acamante, dopo aver partecipato alla presa di Troia col fratello Demofoonte, ritornò in Attica con la nonna Etra, e qui riprese il potere e regnò in pace.