MITOLOGIA GRECA E ROMANA
Mitologia, lettera O
Oceanine, Oceano.
OCEANINE: figlie di Oceano e di Teti, personificano le fonti e le sorgenti da cui fiumi e ruscelli traggono alimento. Secondo la tradizione esse erano ben tremila. Esiodo ne nominò settantadue, tra cui: Asia, Admeto, Calliroe, Clitia, Criside, Calipso, Cherchide, Climene, Dione e Doride, moglie di Nereo e madre delle Nereidi. Furono immaginate come belle e fiorenti fanciulle e rappresentate nell'atto di danzare, di bagnarsi, o di attingere acqua. Alle Oceanine, come alle altre ninfe, si sacrificavano capre e si offrivano olio, miele e focacce.
OCEANO: Nelle concezioni geografiche degli antichi Greci è l'immenso fiume (così lo chiama Omero) che circonda all'intorno tutta la Terra. Da esso traggono origine tutte le acque del mare, i laghi, i fiumi, le fonti. In Omero, Oceano è personificato ed appare come il generatore della Terra e del Cielo e il padre di tutti gli dèi, dei Titani e degli Olimpi. Secondo Esiodo, invece sarebbe figlio di Urano e di Gea e avrebbe sposato la sorella Teti, formando la più antica coppia dei Titani da cui trassero origine tutte le acque del mondo, le divinità e le ninfe dei fiumi, dei laghi e dei mari, comprese le tremila Oceanine. Oceano e Teti che erano della stirpe dei Titani furono gli unici a non prendere parte alla guerra dei Titani contro Zeus. Rea portò la figlia Era da Oceano e da sua moglie perché la proteggessero. Oceano ottenne dal genero Elio il nappo d'oro che prestò poi a Eracle quando partì alla ricerca degli armenti di Gerione. Ma Oceano, per mettere Eracle alla prova, fece beccheggiare pericolosamente il nappo sui flutti. Eracle tese l'arco e indusse così Oceano, spaventato, a placare la tempesta.
Gli antichi gli tributavano un culto solenne e gli confidavano la cura della loro vita quando intraprendevano viaggi di mare. L'arte lo rappresentava in forma di vegliardo con corna di toro e barba fluente, seduto sulle onde, con a fianco un mostro marino.